di Alessandro Lattarulo
L’arcipelago è una metafora della propria ed altrui irriducibile pluralità, della convivenza dei distinti, dove i singoli elementi (le isole) convivono in quanto inevitabilmente separati. Sono geologicamente simili, geograficamente un complesso, ma mescolano le caratteristiche comuni in proporzioni differenti. Il poeta è parte degli articolati arcipelaghi disseminati sul pianeta. È isola, soggetto al fenomeno dell’insularità/isolamento e all’infelicità, alla depressione che ne consegue, ma è al contempo membro vitale di un qualcosa che ne trascende l’essenzialità autistica e istituisce ponti relazionali. Dalla sua parola quanto nascosto sui fondali del mare uterino da cui tutti veniamo può emergere e proliferare quasi per gemmazione, sdoppiamento, crescita rizomatica, aprendo le porte a una realtà differente, che liberi uno Zeitgeist disancorato dalle ossessioni contemporanee (per esempio dal peccato della fretta imputato ai contemporanei da Aldous Huxley).
Alessandro Lattarulo (Bari, 1974) è sociologo e docente a contratto nell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. In veste di poeta, è autore delle raccolte D’anima e di vita (Montedit, Melegnano, 2005), Il veliero dell’anima (Progedit, Bari, 2007), Chiaroscuro (Il Grillo, Gravina in Puglia, 2011), Senza (WIP, Bari, 2012), che hanno ottenuto decine di premi in concorsi nazionali e internazionali. Con il gruppo dei Poeti A Bari (PAB) è co-autore dell’antologia Chiedici la parola (Stilo, Bari, 2013).
Collana: SpazioTempo (n. 11)
- Pagine: 80
- Anno: 2015
- ISBN: 978-88-8459-318-4
- Prezzo: € 10,00
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